EVENTI 2025 DEL COMITATO BERGAMASCO ANTIFASCISTA
Giorno della memoria 2025 - 27/01/2025
Intervento del Presidente Carlo Salvioni in occasione del Giorno della Memoria 2025:

Signora Sindaca, Autorità, cittadine e cittadini,
come ogni 27 gennaio ci troviamo di fronte alle ceneri dei deportati nei campi di sterminio creati dal nazismo per rendere loro doveroso omaggio e come ogni 27 gennaio- ma anche come ogni giorno dell’anno- non possiamo non commuoverci davanti all’immane tragedia che fu la Shoah, voluta, pianificata secondo una folle e criminale logica industriale, attuata perseguendo l’obiettivo della “soluzione finale”, per l’eliminazione fisica degli ebrei, ma anche degli oppositori politici del fascismo e del nazismo, dei diversi e degli appartenenti alle così dette razze inferiori. Tutto questo orrore per consentire il trionfo della “razza eletta” e realizzare la sua egemonia universale.

Ma il 27 gennaio, giorno della Memoria, istituito nel calendario civile ormai 25 anni fa, ci induce anche ad altre riflessioni. Ricordavamo già l’anno scorso come uno studio dell’Istituto Cattaneo di Bologna mettesse in rilievo che tra le giovani generazioni, che pure negli anni liceali, avevano avuto modo di partecipare alle manifestazioni del 27 gennaio, non si era per nulla colto il significato profondo dell’ dell’Olocausto, non solo dal punto di vista della storia, ma anche come profezia del futuro. Infatti, una maggioranza di studenti universitari, rispondendo a un questionario nei giorni successivi al 7 ottobre 2023, considerava lo stato d’Israele colpevole nei confronti dei palestinesi di crimini del tutto simili a quelli commessi dai nazisti nei confronti degli ebrei ed esprimeva la propria vicinanza a movimenti terroristici come Hamas o Hezbollah, il cui dichiarato proposito era la distruzione dello stato ebraico e la persecuzione degli ebrei in ogni angolo della terra. I ricercatori si ponevano, a conclusione del proprio lavoro, la domanda se non fosse opportuno rivedere l’intera impostazione fino a quel momento seguita per celebrare il giorno della Memoria. Dopo un anno segnato da un clima di antiebraismo, la Comunità ebraica di Bologna, con una clamorosa decisione, ha scelto di boicottare il 27 gennaio. Carmen Dal Monte, presidente della Comunità ebraica, ha affermato: “ Bologna vuole ipocritamente ricordare i nostri nonni uccisi, mentre sventola la bandiera di chi vuole uccidere noi e i nostri figli oggi. No, grazie, noi non ci presteremo”.

Secondo il presidente della Comunità Ebraica milanese Meghnagi “ In questo anno e mezzo, dal 7 ottobre in poi, è come se fossimo tornati indietro alle pagine più buie della storia. Una cosa che, anche grazie alla Memoria, pensavamo non potesse tornare: la caccia all’ebreo. Tutto questo è preoccupante e, al di là della vicinanza delle persone più care, forse non c’è abbastanza consapevolezza della gravità della situazione. Su questo credo che delle responsabilità ce le abbiano anche i media, soprattutto le tv, che continuano a invitare ospiti che manifestano un odio antiebraico pericolosissimo”.

La stessa senatrice Liliana Segre, nostra concittadina onoraria, è da tempo fatta oggetto di minacce e insulti e deve circolare con la scorta. Pier Luigi Battista, sulle colonne del Foglio, invita addirittura a disertare il giorno della Memoria che definisce: “ Uno stanco rituale, esibizione di un’ipocrisia insopportabile in cui gli ebrei sono lasciati soli, con una cerimonia anemica. Quando i custodi della Memoria dimenticano tutto, bisogna protestare. Cacciano gli studenti ebrei dalle Università da Harvard fino a Torino e le autorità restano silenziose e imbarazzate”.

Non è solo in Italia il clima antiebraico, ma si estende a tutta l’Europa. Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione centro documentazione ebraica contemporanea, citando dati che si è scambiato con i colleghi europei e che raccontano un fenomeno sempre più preoccupante, ricorda: “ In Olanda dal 7 ottobre i casi di odio verso gli ebrei sono aumentati dell’800%. Da noi della metà, ma la caccia all’ebreo compiuta da giovani delle comunità arabe l’abbiamo vista anche in Italia, per esempio lo scorso 25 aprile a Milano”. E ancora “ Davanti alle immagini provenienti da Amsterdam”, relative a quanto successo in occasione dell’incontro di calcio Ajax- Maccabi in cui si scatenò una vera e propria caccia ai tifosi della squadra israeliani, “la prima sensazione è il fallimento, perché il lavoro che abbiamo fatto negli ultimo decenni per contrastare l’antisemitismo evidentemente non ha funzionato come avremmo voluto”. E conclude: “ Episodi come quello di Amsterdam ci dicono che il confine tra parole e azioni si è fatto sempre più labile. Quando si diffonde la paura e si trova qualcuno disponibile a esercitare la violenza in massa ci troviamo molto vicini alle caratteristiche che hanno dato la nascita ai fascismi in Europa”. E permettetemi di concludere questo intervento con il racconto di un episodio di cui sono stato recentemente partecipe. Mi trovavo a Parigi con mia figlia che vive da molti anni e lavora nella capitale francese.

Visitavamo degli appartamenti perché mia figlia aveva bisogno di una casa più grande essendo in arrivo un bébé. Fummo accompagnati da un agente immobiliare a vedere un appartamento che era in vendita. Incontrammo in tale occasione la proprietaria che era una signora di una settantina d’anni. Viveva da sola nell’appartamento. Le chiesi per quale ragione lo aveva messo in vendita. Mi rispose che a Parigi, lei cittadina francese di ascendenza ebraica, da tempo non si sentiva più sicura. Aveva quindi deciso di vendere e di trasferirsi a Tel Aviv. In quel momento la città israeliana si trovava sotto l’attacco dei droni iraniani, ma lei si sentiva più sicura là piuttosto che nella tranquilla- in apparenza- capitale della Francia.

Grazie e buona giornata della Memoria.