EVENTI 2024 DEL COMITATO BERGAMASCO ANTIFASCISTA
79° Anniversario della Liberazione - 25/04/2024
Il Comitato Bergamasco Antifascista promuove il 23, 24 e 25 aprile 2024 la celebrazione del 79° Anniversario della Liberazione.

Giovedì 25 aprile la celebrazione inizierà alle 9:00 al Parco delle Rimembranze con la cerimonia di commemorazione e deposizione delle corone d`alloro.

Alle 10:00 partirà dal Piazzale Marconi (stazione FS) il corteo che terminerà in Piazza Vittorio Veneto con, alle 11:30, i SALUTI ISTITUZIONALI del Sindaco Giorgio Gori e del Presidente della Provincia Pasquale Gandolfi.
A seguire gli interventi dell`on. Pier Luigi Bersani, di una studentessa del liceo Paolina Secco Suardo per i Testimoni di Resistenza e di Susanna Facheris per il Progetto Adriana.

Coordina Carlo Salvioni, Presidente del Comitato Bergamasco Antifascista.

In allegato la locandina dell`evento.

Giorno della memoria 2024 - 27/01/2024
Intervento del Presidente Carlo Salvioni in occasione del Giorno della Memoria 2024:

Autorità, cittadine, cittadini,
mi domandavo nei giorni scorsi come sarebbe stato questo 27 gennaio, giorno della Memoria. Se potevamo-autorità nazionali e locali, insegnanti, studenti, giornalisti, cittadini comuni, noi tutti insomma- decentemente ricordare le vittime della Shoah, quando in Italia e nel mondo in tanti sostengono che da vittime che erano gli ebrei sono ormai diventati, come stato e come cittadini di Israele, responsabili di un nuovo genocidio, di una nuova Shoah? Da questo punto di vista poco importa che si tratti di un’accusa infondata. Edith Bruck, scrittrice ungherese naturalizzata italiana, scampata alla deportazione nei campi di sterminio nazisti, non si capacita che si ignori la differenza tra una guerra, seppure tragica e sanguinosa, come a Gaza e uno sterminio programmato di un popolo che non era in conflitto con nessuno, che viveva pacificamente nelle proprie case e nelle proprie città prima che Hitler decidesse di eliminarlo sistematicamente per il solo fatto di esistere. Il punto è che comunque questa accusa circola largamente e determina il nuovo contesto in cui quest’anno bisognerebbe celebrare il giorno della Memoria. Sarà possibile? E’ lecito dubitarne alla luce di dati come quelli contenuti in un’indagine dell’Istituto Cattaneo tra circa 2.500 studenti di tre grandi atenei del nord Italia, che resa nota il 20 novembre non ha avuto l’attenzione che meritava. La ricerca che classifica le risposte anche alla luce dell’orientamento dei giovani lungo la direttrice destra/sinistra, conferma la diffusione, soprattutto a destra degli stereotipi che caratterizzano l’antisemitismo tradizionale, come l’idea di una cospirazione mondiale fomentata dagli ebrei attraverso il controllo della finanza ( qualcosa che ha a che vedere con “ I protocolli dei savi di Sion”). Nello stesso tempo rileva come sia soprattutto a sinistra che viene condiviso ( da circa il sessanta per cento degli intervistati) il paragone tra il comportamento d’Israele nei confronti dei palestinesi e quello della Germania nazista verso gli ebrei. Peraltro, l’accostamento tra Israele e il nazismo incontra un’ampia approvazione da parte di tutti gli intervistati, quale che sia il loro orientamento politico. Ma al riguardo la cosa più interessante è probabilmente un’altra. I ricercatori dell’Istituto Cattaneo, che hanno condotto la loro indagine a cavallo della strage perpetrata da Hamas il 7 ottobre, evidenziano come il numero di chi concorda con la similitudine tra Israele e la Germania nazista cresca “ nei giorni immediatamente successivi alla strage terroristica, molto prima della risposta militare del governo israeliano”. Questo ci dice in buona sostanza che la condivisione di quella equazione Israele-nazismo in realtà è indipendente da ciò che Israele fa o non fa. E’ così indipendente che può aumentare dopo il massacro di Hamas e prima dei massicci bombardamenti israeliani su Gaza con le molte vittime civili che ne sono derivate. Potremmo dire che l’indagine conferma una delle principali caratteristiche dell’antisemitismo: il suo configurarsi come un atteggiamento a prescindere, legato non alle azioni degli ebrei ma a ciò che rappresentano ( agli occhi dell’antisemita evidentemente). Ma c’è ancora un’altra conclusione assai inquietante, che si può ricavare da questa ricerca. Possiamo supporre che più o meno tutti gli studenti universitari che hanno risposto alle domande dell’indagine abbiano partecipato negli anni di scuola alle varie iniziative promosse dai rispettivi istituti nel giorno della Memoria. Dal che non può che dedursi che quelle iniziative siano servite a ben poco se non a nulla. Si pone quindi il problema di ripensare la gestione di una ricorrenza centrale nel calendario civile e in quello scolastico, come il 27 gennaio, che si è celebrata ogni anno a partire dal 2000 fino ad oggi.

Ma il fosco quadro dell’antisemitismo non si ferma qui. In questi mesi abbiamo assistito sgomenti all’insorgere di una nuova intifada globale che ha messo al centro dell’odio degli estremisti di ogni genere gli ebrei di tutto il mondo. Minacce all’incolumità personale, aggressioni nei confronti donne e uomini solo perché ebrei, incendi e danneggiamenti di proprietà ed esercizi commerciali appartenenti ad ebrei si sono susseguiti in molti paesi d’Europa come Francia, Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Polonia, Italia e negli Stati Uniti d’America e Canada, creando allarme e timore. (Ne ho qui un lungo dettagliato elenco tratto dalla lettura della stampa internazionale degli ultimi mesi). Sono momenti difficili, che però vanno affrontati con un po’ di coraggio. Dobbiamo far sapere che il mondo delle democrazie non cederà davanti a queste aggressioni, non si volterà dall’altra parte facendo finta di non vedere. Le risposte potranno essere: “ mai più” e “ non siete soli”. Mai più perché non si dovrà mai consentire la cancellazione d’Israele dalle carte geografiche come vorrebbe lo slogan “ Palestina libera dal fiume al mare”. E non siete soli perché quando un ebreo, ovunque si trovi, è minacciato nel suo diritto di esistere deve sapere che non verrà abbandonato, ma potrà contare sulla solidarietà di chi tiene al valore più alto che l’uomo possiede: la libertà propria e altrui. Mai più e non siete soli appunto, perché la profezia di Primo Levi “ è successo e potrebbe ancora succedere” non debba mai avverarsi. Carlo Salvioni Presidente del Comitato